Martedì 18 giugno 2024, i progetti BiodiverSO Karpos e BiodiverSO Veg hanno partecipato ad un workshop, organizzato dal Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (Di.S.S.P.A.) – UNIBA, in occasione della Giornata mondiale della gastronomia sostenibile, celebrata ogni anno il 18 giugno e voluta dall’Assemblea delle Nazioni Unite con il motto «Agisci: pensa globalmente, mangia localmente».
L’evento, aperto al pubblico, si è svolto presso l’aula Ciccarone del Di.S.S.P.A. ed ha coinvolto esperti, ricercatori e attori della gastronomia al fine di fare il punto e fornire alla società civile spunti di riflessione sull’importanza di scegliere il cibo rispettando gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030.
La partecipazione dei progetti BiodiverSO Karpos e BiodiverSO Veg ha avuto lo scopo di evidenziare come la variegata presenza di ortaggi tradizionalmente coltivati in Puglia, costituisce una chiara espressione di biodiversità da salvaguardare per diversi aspetti, che vanno dalla possibilità di sfruttare tali risorse per programmi di miglioramento genetico alla tutela dell’identità storico-culturale che caratterizza la tradizione alimentare pugliese. C’è anche da considerare che in molti casi il consumatore associa gli ortaggi Pugliesi a prodotti genuini e dotati di pregevoli caratteristiche organolettiche.
Molto importanti le riflessioni sul concetto di valorizzazione dell’agrobiodiversità che, in senso più ampio, potrebbe essere intesa come un insieme di attività diversificate tra loro, ma che, in maniera integrata, dovrebbero mirare alla promozione delle materie prime locali, uniche perché legate ad uno specifico territorio ed alle sue tradizioni. La comprensione di questo concetto può aiutare meglio a comprendere come proprio nella tradizione alimentare è possibile riscoprire un modello che ci è sempre appartenuto e che si sposa perfettamente con i principi della Dieta Mediterranea.
Allo stesso tempo, la valorizzazione dell’agrobiodiversità può essere considerata anche uno strumento in grado di promuovere una dieta sostenibile perché: i) contrasta la perdita di biodiversità delle risorse genetiche di interesse agrario e alimentare; ii) distoglie dalla standardizzazione del gusto e dell’aspetto visivo delle pietanze; iii) salvaguarda le tradizioni, così come auspicato nella definizione di dieta sostenibile della FAO.
Da queste considerazioni si è delineata l’opportunità di identificare la valorizzazione dell’agrobiodiversità mediante un approccio “olistico” che considera tutta la filiera, dal campo alla tavola. Ed in questo contesto emerge con forza il ruolo preponderante delle scienze gastronomiche nel coniugare sostenibilità e valorizzazione dell’agrobiodiversità.
Sostenibilità, chilometro zero e stagionalità sono, inoltre, le tre parole chiave della testimonianza riportata da Francesco Ferrara, amministratore dell’azienda Ferrara ristorazione s.r.l., un imprenditore lungimirante che da alcuni anni ha implementato il suo modello di ristorazione collettiva autoproducendo ortaggi tradizionali pugliesi in regime di agricoltura biologica.
L’evento, aperto al pubblico, si è svolto presso l’aula Ciccarone del Di.S.S.P.A. ed ha coinvolto esperti, ricercatori e attori della gastronomia al fine di fare il punto e fornire alla società civile spunti di riflessione sull’importanza di scegliere il cibo rispettando gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030.
La partecipazione dei progetti BiodiverSO Karpos e BiodiverSO Veg ha avuto lo scopo di evidenziare come la variegata presenza di ortaggi tradizionalmente coltivati in Puglia, costituisce una chiara espressione di biodiversità da salvaguardare per diversi aspetti, che vanno dalla possibilità di sfruttare tali risorse per programmi di miglioramento genetico alla tutela dell’identità storico-culturale che caratterizza la tradizione alimentare pugliese. C’è anche da considerare che in molti casi il consumatore associa gli ortaggi Pugliesi a prodotti genuini e dotati di pregevoli caratteristiche organolettiche.
Molto importanti le riflessioni sul concetto di valorizzazione dell’agrobiodiversità che, in senso più ampio, potrebbe essere intesa come un insieme di attività diversificate tra loro, ma che, in maniera integrata, dovrebbero mirare alla promozione delle materie prime locali, uniche perché legate ad uno specifico territorio ed alle sue tradizioni. La comprensione di questo concetto può aiutare meglio a comprendere come proprio nella tradizione alimentare è possibile riscoprire un modello che ci è sempre appartenuto e che si sposa perfettamente con i principi della Dieta Mediterranea.
Allo stesso tempo, la valorizzazione dell’agrobiodiversità può essere considerata anche uno strumento in grado di promuovere una dieta sostenibile perché: i) contrasta la perdita di biodiversità delle risorse genetiche di interesse agrario e alimentare; ii) distoglie dalla standardizzazione del gusto e dell’aspetto visivo delle pietanze; iii) salvaguarda le tradizioni, così come auspicato nella definizione di dieta sostenibile della FAO.
Da queste considerazioni si è delineata l’opportunità di identificare la valorizzazione dell’agrobiodiversità mediante un approccio “olistico” che considera tutta la filiera, dal campo alla tavola. Ed in questo contesto emerge con forza il ruolo preponderante delle scienze gastronomiche nel coniugare sostenibilità e valorizzazione dell’agrobiodiversità.
Sostenibilità, chilometro zero e stagionalità sono, inoltre, le tre parole chiave della testimonianza riportata da Francesco Ferrara, amministratore dell’azienda Ferrara ristorazione s.r.l., un imprenditore lungimirante che da alcuni anni ha implementato il suo modello di ristorazione collettiva autoproducendo ortaggi tradizionali pugliesi in regime di agricoltura biologica.
Condividi questa pagina