I ricercatori del Di.S.S.P.A. ritrovano un antico e prezioso scrigno di biodiversità grazie al sapiente lavoro del Dr. Eduardo Aquilino Favale (1917-2003) da Maruggio (TA). Si ringraziano la Dott.sa Gualino e il Dott. Santoro per la fiducia riposta nel Di.S.S.P.A., con la cessione delle numerose sementi ritrovate da porre in salvaguardia e conservazione e per la nota allegata che viene integralmente riportata.
«Brevi note sul Dr. Eduardo Aquilino Favale da Maruggio (TA) e le sue vecchie sementi ritrovate dai nipoti, Stefania Gualano e Franco Santoro, nella casa avuta in eredità.
Maruggio, un paesino immerso nella storia e nella cultura pugliese, racconta le dedizioni e le curiosità del dottor Eduardo Aquilino Favale, un uomo il cui percorso professionale e le passioni personali si sono intrecciate in modo affascinante. Nato nel 1917 a Maruggio, Eduardo decise di intraprendere un percorso differente rispetto al padre e ai due fratelli, tutti dediti all'agricoltura. Si laureò brillantemente in Medicina e Chirurgia presso l'Università Federico II di Napoli nel 1944, al culmine degli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver prestato servizio come Sottotenente Medico, tornò nella sua terra natale nel 1946, non come agricoltore, ma come medico di famiglia.
Tuttavia, il richiamo della terra era troppo forte per essere ignorato. Ogni pomeriggio, appena terminava le sue visite, Eduardo correva in campagna. Il desiderio di conoscere e di sperimentare lo portò nel 1966 ad acquistare una proprietà agricola in località Borraco, vicino Manduria (TA). Qui, pur avendo i fratelli a gestire la maggior parte della terra, riservava per sé un'area speciale di mezzo ettaro. In questo angolo verde, avviò esperimenti su legumi, radicchi, rape, catalogne e altre colture.
Il suo amore per la sperimentazione lo portò anche al di fuori dei confini pugliesi. Durante i suoi viaggi nel Veneto, regione legata al cuore sia per la moglie che per le sue esperienze di guerra, importò sementi insolite. Grazie a lui, i nipoti ricordano con meraviglia di aver visto fagioli che si arrampicavano sugli alberi, pomodori di dimensioni sorprendentemente grandi, peperoni e peperoncini che sembravano fiori e che, all'epoca, nessun ortolano maruggese coltivava.
La vera alchimia stava nella sua pratica di conservazione. Con una visione lungimirante, riconobbe l'importanza di preservare la biodiversità agricola attraverso una collezione di semi, accuratamente catalogata. Conservati in vecchi contenitori di farmaci e bottiglie di vetro riciclate, questi semi sono la prova tangibile della sua incessante curiosità e del suo amore per l'innovazione agricola.
Nel contesto di un mondo in rapida evoluzione, con la perdita della biodiversità e le pressioni sulla sostenibilità agricola, la collezione del dottor Favale assume un significato ancora più profondo. La sua visione ci mostra l'importanza di conservare, studiare e valorizzare le varietà locali. La sua collezione non è solo una testimonianza del passato, ma un archivio vivente di conoscenza agricola e di resilienza culturale, una chiave per il futuro dell'agricoltura sostenibile.
Il 2 giugno del 1970, Eduardo veniva insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Saragat, un onore e un riconoscimento delle sue contribuzioni, ma lui, con umiltà e discrezione, non lo comunicò nemmeno ai fratelli. I nipoti ne sono venuti a conoscenza solo dopo la sua morte, avvenuta a Maruggio il 9 Maggio del 2003.
Attraverso i semi che ha amorevolmente conservato, il dottor Favale ci invita a guardare avanti, a seminare speranza e a coltivare un futuro più verde per le generazioni a venire.».
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